Conditio sine qua non
i migliori salumi italiani
la bottega di adò e l'arte nelle eccellenze
Ai primi del cinquecento Anton Francesco Grazzini, detto il "Lasca", decanta:
O porco mio gentil, porco dabbene,
fra tutti gli animal superlativo,
soggetto caro a desinari e cene.
Tu contenti saziando ogni uom vivo
colle tue membra valorose e belle,
tu non ha’ in te niente di cattivo.
Dal capo a’ piedi, il sangue, insin la pelle
ci doni in cibo, in quanti modi sanno
teglie, stidioni, pentole e padelle.
Scriveva Ippocrate, il padre della medicina, quattro secoli e mezzo prima di Cristo:
“la carne di maiale é tra le carni quella che fornisce al corpo umano più forza ed é ottimamente digeribile”
Suggeriva Apicio in epoca romana:
“trita pepe, comino, peperella, ruta, prezzemolo, spezie dolci, bacche di lauro. Mescola con polpa suina sminuzzata. Pesta il tutto con salsa di Apicio, sale, molto lardo e semi di finocchio. Insacca in budello lungo e appendi ad affumicare”
Plinio il Vecchio, autore della più grande enciclopedia scritta di epoca romana, aveva a suo tempo affermato:
“da nessun altro animale si trae maggiore materia per il gusto del palato: le carni del maiale offrono quasi cinquanta differenti sapori, mentre ogni altro animale ha un sapore unico”
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